Per la riuscita del processo di decarbonizzazione dell’energia e dei trasporti nell’UE servono lavoratori provvisti di “nuove” competenze in questi settori, avverte il Comitato economico e sociale europeo (CESE), che esorta i responsabili politici ad agire senza indugio.
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Per realizzare le transizioni nel campo dell’energia e dei trasporti, l’UE deve dotarsi di un piano strutturato ed efficiente volto a sviluppare le competenze critiche necessarie. Energie e trasporti puliti richiedono con urgenza nuove competenze, conoscenze e capacità, e il percorso dell’UE verso l’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 potrà essere concluso con successo solo se sarà accompagnato da una forza lavoro dotata delle competenze giuste.
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È questo il messaggio di fondo del convegno sul tema #ReskillEU – Nuovi posti di lavoro per l’energia e i trasporti in Europa, organizzato congiuntamente dalla sezione Trasporti, energia, infrastrutture e società dell’informazione (TEN) del CESE e dalla DG Ricerca e innovazione della Commissione europea lo scorso 8 novembre a Bruxelles.
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Sottolineando l’importanza di disporre di “nuove competenze e conoscenze per una transizione verde e digitale fluida nei settori dei trasporti e dell’energia”, il Presidente del CESE Oliver Röpke ha precisato che “l’accento posto sulla duplice transizione non deve trascurare il fattore umano necessario per il conseguimento di questi obiettivi. Solo insieme potremo raggiungere questi ambiziosi traguardi, e dobbiamo fare in modo che tutti i componenti della società partecipino a questa transizione.”
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Quali nuove competenze sono necessarie, e per quali nuovi posti di lavoro, nei settori europei dell’energia e dei trasporti?
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L’UE deve passare all’azione fin da ora per assicurarsi che i lavoratori dispongano delle “nuove” competenze necessarie, in linea con gli obiettivi stabiliti nell’agenda per le competenze per l’Europa per il 2025 e nel contesto dell’Anno europeo delle competenze 2023.
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Oggi nel settore delle energie rinnovabili dell’UE servono oltre 1,2 milioni di lavoratori qualificati e, secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, tale fabbisogno di manodopera dovrebbe aumentare di anno in anno da qui al 2050.
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Lo stesso vale per il settore dei trasporti, che nell’Unione impiega oltre 15 milioni di lavoratori e conosce attualmente una rapida trasformazione, dovuta in gran parte all’automazione, all’elettrificazione e alle tecnologie di ecologizzazione.
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“Se guardiamo ai settori dell’energia e dei trasporti in Europa, balza subito agli occhi l’entità della sfida in materia di competenze con cui dobbiamo misurarci”, ha sottolineato la presidente della sezione TEN Baiba Miltoviča. “Dobbiamo fare in modo che i nostri sforzi siano rivolti prima di tutto allo sviluppo delle conoscenze e delle abilità, in particolare per quanto riguarda le competenze e la formazione in campo ecologico. Questo richiede un impegno a favore dell’apprendimento permanente, della riqualificazione e del miglioramento delle competenze per rispondere all’evoluzione delle domande provenienti dai settori dell’energia e dei trasporti puliti.”
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La strada da seguire dev’essere incentrata sulla ricerca e l’innovazione
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Le attività di ricerca e innovazione possono permettere lo sviluppo delle nuove competenze. “Orizzonte Europa” della Commissione, il programma principale dell’UE per il finanziamento della ricerca e innovazione fino al 2027, sostiene lo sviluppo di competenze per agevolare le transizioni verde e digitale dell’Unione.
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La rappresentante dell’Associazione dei centri europei di ricerca sulle energie rinnovabili (EUREC) Nathalie Richet ha sottolineato nel suo intervento la fondamentale importanza della multidisciplinarità, dell’interdisciplinarità, della mobilità e degli approcci multiculturali, e ha aggiunto che i programmi degli istituti di istruzione superiore devono far conoscere ai loro studenti gli strumenti, le pratiche e le conoscenze più recenti per prepararli al mercato del lavoro.
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Secondo Luigi Crema, rappresentante del gruppo di ricerca Hydrogen Europe Research, il settore dell’idrogeno è oggi in una fase di espansione accelerata, sostenuta da fattori sia pubblici che privati e dalle politiche dell’UE, e dovrebbe generare centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa entro il 2030. Per conseguire questo obiettivo, tuttavia, è fondamentale elaborare formazioni modulari e standardizzate e migliorare l’accesso allo sviluppo professionale.
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Alco Weeke, docente della Maritime & Logistics University of applied sciences presso l’istituto di istruzione e ricerca olandese STC Group, ha sottolineato che l’industria, la forza lavoro e l’istruzione formano un triangolo che deve beneficiare di una parità di condizioni per poter contribuire pienamente a colmare il futuro divario di competenze. A questo proposito, istruzione professionale e istruzione superiore devono procedere di pari passo affinché i nuovi arrivati nel mondo del lavoro corrispondano alle nuove esigenze.
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Le conclusioni dettagliate del convegno saranno pubblicate a breve sul sito web del CESE.