Presidente La Russa,
Presidente Meloni, cara Giorgia,
Eccellenze,
Gentili colleghi,
Signore e signori,
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è molto incoraggiante ascoltare oggi questi esimi oratori, perché sentiamo tutti di vivere attualmente un momento di intensa e rinnovata cooperazione tra Africa e Europa. Perché non soltanto i nostri destini sono allineati, ma anche i nostri interessi – oggi più che mai. L’abbiamo appena sentito: dobbiamo passare tutti all’energia pulita e adattarci ai cambiamenti climatici. Dobbiamo formare tutti la nostra forza lavoro ai mestieri di domani. Vogliamo fermare tutti la tragica perdita di vite umane lungo le rotte migratorie. E vogliamo tutti offrire possibilità ai nostri giovani. Ad unirci non è quindi soltanto la geografia, ma anche l’impegno a recare benefici reciproci a tutti i nostri cittadini – fine che ci chiede ora di essere concreti.
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Sono molto grata all’Italia per aver posto la cooperazione con l’Africa al centro della sua politica estera e della presidenza italiana del G7. Il nuovo Piano Mattei rappresenta un importante contributo a questa nuova fase della collaborazione che unisce i due continenti, a complemento del Global Gateway europeo ossia -non dico nulla di nuovo- a complemento del piano di investimenti da 150 miliardi di € per l’Africa: un esempio virtuoso del funzionamento pratico di Team Europa.
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Vorrei oggi soffermarmi su tre temi sui quali Europa e Africa hanno convenuto di collaborare e per i quali l’impegno dell’Italia può rivelarsi determinante. Primo, energia e clima. Secondo, istruzione e competenze. Terzo, migrazione.
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Sul primo tema: energia e clima. Oggi, soltanto il 2% degli investimenti mondiali in energia pulita si dirige verso il continente africano. È un dato estremamente deludente, considerate le enormi potenzialità dell’Africa di porsi come forza trainante nell’energia pulita: dispone infatti di spazio, vento, sole – e di molto altro. Le infrastrutture invece mancano, ma a questo possiamo ovviare – insieme. Con Global Gateway puntiamo a portare energia pulita a 100 milioni di persone che attualmente mancano di accesso all’energia. Conseguire quest’obiettivo potrà sfociare in un duplice risultato: non soltanto l’Africa sarà in grado di produrre energia pulita in quantità sufficiente ad alimentare il continente, ma riuscirà anche a ricavarne reddito grazie all’esportazione. Sono già iniziate le attività preparatorie, ad esempio, per la posa del primo cavo elettrico sottomarino che collegherà il Nord Africa all’Italia e al resto d’Europa. Altro esempio: la nuova banca dell’idrogeno dell’Unione è ora aperta ai produttori africani. Queste iniziative si traducono in occupazione di qualità, energia e sicurezza energetica sia per l’Africa sia per l’Europa.
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Passando al secondo tema: in Global Gateway è posta fortemente in rilievo l’esigenza di sviluppare localmente le competenze di cui l’Africa ha bisogno. Siamo già al lavoro per formare alle competenze necessarie per la produzione di vaccini in Ruanda, in Ghana e in Senegal. In Kenya e in Namibia formiamo la forza lavoro alla produzione di idrogeno pulito. Arrivo così al primo esempio di complementarità con il Piano Mattei. L’Italia svolge un ruolo attivo: attualmente oltre 50 università italiane intrattengono programmi di scambio con omologhe africane. L’Università di Parma, ad esempio, coordina un progetto Erasmus di sviluppo delle competenze in materia di energia pulita in Africa. Vogliamo investire in questo tipo di cooperazione. Stiamo ad esempio finanziando una connessione dati ad alta velocità tra l’Europa meridionale e tutti i paesi del Nord Africa, dal Marocco all’Egitto passando per l’Algeria, che collegherà università e centri dati permettendo attività congiunte di ricerca e scambio commerciale sulle due sponde del Mediterraneo. Di questo progetto mi piace soprattutto il fatto che non si tratti meramente d’investire nei talenti dell’Africa, ma anche nelle persone, nell’amicizia e nella prossima generazione dei due continenti.
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Arrivo così al terzo tema: la migrazione. Contro i trafficanti che commerciano in vite umane dobbiamo intervenire con estrema severità. I trafficanti mettono in pericolo centinaia di migliaia di vite umane: ammassano giovani uomini sui cassoni dei camion nella traversata del deserto; abusano di giovani donne lungo il cammino; infine caricano tutti su barche sgangherate che semplicemente non sono fatte per navigare in alto mare. Il loro cinico commercio deve finire, dobbiamo fermarlo. E il modo migliore è unire le forze per sgominare queste reti criminali aprendo in parallelo alternative legali alle loro rotte mortali di traffico. Dobbiamo disintegrare la ragnatela di menzogne dei trafficanti. Negli ultimi mesi abbiamo ad esempio lavorato a stretto contatto con Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mauritania e Senegal sul nostro intento comune, che è chiaro: salvare vite umane e creare possibilità. Offriamo maggiori possibilità di venire legalmente in Europa così che le persone possano spostarsi, imparare e riportare nel paese d’origine le nuove competenze acquisite. La nostra cooperazione spazia anche sul rimpatrio dei migranti irregolari perché la mobilità deve essere regolata dalla legge, non dai trafficanti. Meglio faremo sulla migrazione legale, più saremo convincenti nel prevenire la migrazione irregolare.
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Signore e signori,
Enrico Mattei era un grande italiano, un grande europeo e un amico autentico dell’Africa. Comprese prima degli altri che la forza dell’Africa è la forza dell’Europa e viceversa. La sua eredità vive: i nostri continenti sono oggi impegnati a costruire un autentico partenariato che sia benefico per tutti: per l’Africa, per l’Europa, per il mondo. Stiamo lavorando bene: avanti così, c’è molto da fare.
Grazie dell’attenzione.
Data di pubblicazione 29 gennaio 2024
Autore Rappresentanza in Italia