Panoramica per settore
Con le decisioni sui casi di infrazione adottate periodicamente, la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell’UE. Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti delle politiche dell’UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a beneficio dei cittadini e delle imprese.
Le decisioni principali adottate dalla Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore. La Commissione procede inoltre all’archiviazione di 69 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.
Per maggiori informazioni sulla procedura di infrazione dell’UE si rinvia al testo integrale delle domande frequenti. Per ulteriori dettagli sulla cronologia di un caso è possibile consultare il registro delle decisioni sui procedimenti di infrazione.
Di seguito le infrazioni riguardanti L’Italia.
Il Pacchetto infrazioni del mese di dicembre sono qui disponibili
2. Mercato interno, industria, imprenditoria e PMI
(Per ulteriori informazioni: Lea Zuber – Tel. +32 229-56298; Federica Miccoli – Tel. +32 229-58300)
Lettere di costituzione in mora
La Commissione invita il BELGIO, la BULGARIA, la CECHIA, la DANIMARCA, la GERMANIA, l’IRLANDA, la GRECIA, la SPAGNA, la FRANCIA, l’ITALIA, CIPRO, la LETTONIA, il LUSSEMBURGO, l’UNGHERIA, MALTA, i PAESI BASSI, l’AUSTRIA, la POLONIA, la ROMANIA, la SLOVENIA, la FINLANDIA e la SVEZIA a ridurre gli oneri a carico dei professionisti che intendono prestare servizi temporanei e occasionali
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Cechia, Danimarca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Slovenia, Finlandia e Svezia per il mancato rispetto delle norme dell’UE sulle qualifiche professionali (direttiva 2005/36/CE).
Tali norme consentono ai professionisti di prestare più agevolmente i loro servizi su base temporanea e occasionale in diversi Stati membri, garantendo nel contempo che siano tutelati i consumatori e i cittadini.
In via eccezionale, per le professioni che hanno implicazioni a livello di salute pubblica o di sicurezza, gli Stati membri possono verificare le qualifiche prima di consentire la prestazione dei servizi. Dato che possono ritardare in modo significativo l’avvio delle attività, le verifiche preventive sono soggette a condizioni rigorose, in particolare qualora l’assenza di qualifiche professionali possa arrecare un grave pregiudizio alla salute o alla sicurezza del destinatario del servizio. La Commissione ritiene che detti 22 Stati membri richiedano in modo ingiustificato verifiche preventive per diverse professioni che non soddisfano le condizioni alle quali tali verifiche sono autorizzate e ha incentrato quest’azione esecutiva su tre settori di particolare rilievo, vale a dire le costruzioni, i trasporti e i servizi alle imprese.
La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora a Belgio, Bulgaria, Cechia, Danimarca, Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, che dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
5. Mobilità e trasporti
(Per ulteriori informazioni: Maciej Berestecki – Tel. +32 229 53156; Anna Wartberger – Tel. +32 2 298 20 54)
Lettere di costituzione in mora
La Commissione invita l’ITALIA a garantire un accesso senza discriminazioni al mercato internazionale del trasporto di merci su strada
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora all’Italia (INFR(2024)2235) per la non corretta applicazione del regolamento che fissa norme comuni per l’accesso al mercato internazionale del trasporto di merci su strada (regolamento (CE) n. 1072/2009). Il regolamento impone che eventuali sanzioni siano applicate senza discriminazioni fondate sulla nazionalità o sul luogo di stabilimento. Secondo il diritto italiano però il pagamento delle sanzioni pecuniarie è ammesso solo tramite bonifici bancari e in contanti, il che può comportare una disparità di trattamento a danno degli autotrasportatori stranieri. In particolare, gli autotrasportatori stranieri incorrono spesso in tempi di attesa più lunghi prima della conferma dei bonifici bancari per ottenere il rilascio dei loro veicoli immobilizzati, diversamente da quanto avviene per i bonifici bancari nazionali. Una conseguenza frequente è che i conducenti stranieri devono pagare costi di parcheggio alle autorità italiane, per cui la sanzione è in ultima analisi più elevata rispetto ai veicoli immatricolati in Italia. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.
La Commissione invita la BULGARIA, la GRECIA, la SPAGNA, l’ITALIA, il LUSSEMBURGO, MALTA, la POLONIA e il PORTOGALLO a recepire completamente le norme UE in materia di pedaggi e bolli per l’uso delle infrastrutture stradali
La Commissione ha deciso oggi di inviare un parere motivato a Bulgaria (INFR(2024)0150), Grecia (INFR(2024)0155), Spagna (INFR(2024)0157), Italia (INFR(2024)0161), Lussemburgo (INFR(2024)0164), Malta (INFR(2024)0167), Polonia (INFR(2024)0169) e Portogallo (INFR(2024)0171) per il mancato recepimento della direttiva Eurobollo (direttiva 1999/62/CE nella versione modificata dalla direttiva (UE) 2022/362). La direttiva Eurobollo stabilisce norme comuni sull’imposizione di diritti di utenza in funzione della distanza percorsa (pedaggi) e basati sulla durata (bolli), consentendo agli Stati membri di recuperare i costi delle infrastrutture (costruzione, funzionamento, manutenzione) mediante pedaggi e bolli. Con le modifiche apportate dalla direttiva (UE) 2022/362 sono ora compresi le autovetture, gli autobus e i pullman e i veicoli pesanti di piccole dimensioni. La direttiva riveduta impone inoltre agli Stati membri di includere i costi ambientali dell’inquinamento atmosferico nei loro sistemi di tariffazione in base alle emissioni di CO2 dei veicoli, nell’obiettivo di ridurre le emissioni e incoraggiare il passaggio a veicoli pesanti più puliti. Il termine per il recepimento della direttiva nel diritto nazionale era il 25 marzo 2024. Tutti gli 8 Stati membri non hanno comunicato le misure di recepimento. La Commissione ha pertanto deciso di emettere un parere motivato nei confronti di Bulgaria, Grecia, Spagna, Italia, Lussemburgo, Malta, Polonia e Portogallo, che dispongono ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.
Data di pubblicazione 16 dicembre 2024
Autore Rappresentanza in Italia