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In Cibo Civitas – Mappatura delle buone pratiche di Circular Economy for Food

Storie di changemaker che stanno curvando i nostri territori

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Il progetto In Cibo Civitas,
promosso da LVIAAssociazione Internazionale Volontari LaiciSlow Food Italia in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, il Comune di Torino, il Comune di Castelbuono, il Comune di Firenze, il Comune di Forlì, il Comune di Cesena, il Comune di Cuneo, il Comune di Borgo San Lorenzo, ImpactSkills, il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, mira allo sviluppo e al rafforzamento di una concezione di “cittadinanza attiva” intesa come appartenenza alla comunità globale, concorrendo in modo pragmatico al cambiamento individuale e collettivo per la creazione di un mondo più sostenibile e giusto.

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Per sapere di più sul progetto → https://lvia.it/incibocivitas/

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Tra le attività del progetto è prevista la mappatura di iniziative di economia circolare applicata al food system localizzate nei Comuni partner di progetto e nei Comuni della relativa provincia.
Siamo alla ricerca di chi, a partire da un atteggiamento rigenerativo nei confronti del Capitale Naturale (a cui è associato quello Umano, Culturale, Sociale, Economico, Relazionale), abbia sviluppato un modello di business circolare nel sistema alimentare, nel rispetto dei limiti planetari ed offrendo al tempo stesso uno spazio equo alla società civile.

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Nello specifico cerchiamo esperienze e buone pratiche di Circular Economy for Food che presentino le seguenti caratteristiche:

  • avere un carattere innovativo;
  • essere inserite nel contesto dei territori coinvolti nel progetto: Comune di Torino e provincia, Comune di Cuneo e provincia, Castelbuono (PA) e provincia di Palermo, Comune di Forlì, Comune di Cesena e relativa provincia, Comune di Borgo San Lorenzo (FI), Comune di Firenze e relativa provincia;
  • progetti e realtà che esistono da non più di 5 anni;
  • che propongano modelli replicabili e scalabili;
  • che sappiano fornire informazioni puntuali sul progetto, processo, attori coinvolti;
  • che sappiano dimostrare l’efficacia della pratica attraverso risultati misurabili
    (concreti impatti sull’ambiente, sulla società, sulla filiera, sul territorio, sui processi
    produttivi; minori costi per l’impresa; attivazione di nuovi mercati; etc.);
  • che favoriscano cambiamenti comportamentali nei consumatori e/o in altri
    produttori incrementando la consapevolezza sui principi dell’economia circolare.
  • Possono essere, startup, realtà pubbliche e private, singole iniziative delle persone,
    che adottino o promuovano uno o più dei seguenti atteggiamenti:

Possono essere, startup, realtà pubbliche e private, singole iniziative delle persone,
che adottino o promuovano uno o più dei seguenti atteggiamenti:

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➢valorizzazione delle materie prime nella loro interezza, lungo l’intero ciclo di
produzione alimentare, consumo e smaltimento;
➢ utilizzo di materie prime rinnovabili, biodegradabili, riciclate;
➢ utilizzo di energia da fonti rinnovabili e sostenibili;
➢ utilizzo di materie prime seconde ovvero esito di un processo di recupero e
valorizzazione da processi di trasformazione;
➢ produzioni che prevedono il recupero, riutilizzo, valorizzazione di materiali
di scarto derivanti da prodotti giunti alla fine della loro vita utile, al fine di
ridurre il consumo delle materie prime;
➢ iniziative di rigenerazione urbana, dei suoli, degli ecosistemi, dell’acqua;
➢ iniziative di rigenerazione di relazioni e conoscenze utili alla gestione del
Capitale Naturale, Umano e Culturale;
➢ attività di riduzione degli sprechi alimentari;
➢ iniziative di riutilizzo di eccedenze alimentari ai fini sociali;
➢ attività di riduzione dell’impatto ovvero di ottimizzazione (efficientamento
energetico, riduzione degli imballaggi, riduzione delle materie prime
utilizzate, interventi di ottimizzazione dei processi; interventi di
semplificazione dei processi, di dematerializzazione; etc.)
➢ iniziative per migliorare la riciclabilità delle materie prime (focus
monomaterialità);
➢ iniziative per rendere disassemblabili e riciclabili ogni componente di un
prodotto;
➢ iniziative per rendere sostituibili e riparabili singoli componenti di un
prodotto;
➢ iniziative per promuovere materie prime di qualità in un’ottica di
valorizzazione della biodiversità naturale e di diminuzione di sostanze
potenzialmente dannose per l’umanità e l’ambiente;
➢ iniziative per eliminare prodotti usa e getta;
➢ iniziative per eliminare la plastica;
➢ iniziative volte ad estendere il ciclo di vita di un prodotto rendendolo
riutilizzabile più volte (es. vuoto a rendere, sfuso, etc.);
➢ iniziative rivolte a dare nuovo valore (upcycling) a ciò che viene considerato
uno scarto, dandogli una nuova funzione/utilizzo;
➢ iniziative che rigenerano e/o ricondizionano prodotti e tecnologie,
sostituendone delle parti per renderle più moderne, aggiornate, efficienti;
➢ iniziative di progettazione di prodotti adatti al riutilizzo, riparazione, riciclo;
➢ piattaforme che promuovono la condivisione di tecnologie, beni e servizi
(sharing economy);
➢ piattaforme che promuovono lo scambio di materie prime, prodotti,
competenze, maestranze;
➢ modelli di business che incentivano l’utilizzo dei beni piuttosto che il loro
possesso (vendita di servizi più che di prodotti);
➢ iniziative di simbiosi industriale (imprese che dialogano e collaborano tra
loro per ottimizzare l’utilizzo delle risorse, delle competenze, dell’energia,
etc.);
➢ iniziative rivolte all’inclusione sociale migliorando l’accessibilità ad un cibo
di qualità;
➢ iniziative per mitigare l’impatto sul cambiamento climatico (prodotti locali e
stagionale);
➢ iniziative per aumentare la resilienza di un sistema produttivo (capacità di
adattamento e risposta alle “crisi”);
➢ iniziative di incentivazione all’economia circolare (in tal senso sono di
interesse anche politiche messe in atto dai Comuni per agevolare
l’innovazione in chiave circolare sui territori);
➢ iniziative di educazione alla circolarità (piattaforme di condivisione delle
informazioni, di documenti di posizionamento, di linee guida e di buone
pratiche);
➢ iniziative rivolte alla tracciabilità di uno o più rifiuti;
➢ iniziative rivolte a diffondere nuovi modelli di consumo attraverso una
migliore informazione diretta ai consumatori;
➢ ricerche scientifiche sperimentali che offrono spunti su possibili nuovi
business model circolari applicabili in un futuro prossimo;
➢ strumenti di governance, di regolazione, di finanziamento e di mercato
ritenuti particolarmente innovativi ed ovviamente coerenti con i temi
dell’economia circolare;
➢ innovativi modelli organizzativi di impresa che riducono la generazione di
scarti;
➢ innovativi modelli di filiera che ottimizzano l’utilizzo delle materie prime
riducendo gli impatti negativi;
➢ innovative modalità di misurazione della circolarità e/o della riduzione del
proprio impatto;
➢ iniziative di promozione di approcci culturali e stili di consumo rivolti alla
riduzione degli sprechi e/o del proprio impatto ambientale a livello
quotidiano (focus persone);

Sei un protagonista
di questo cambio di paradigma politico – economico – culturale?

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Compila il form che ti viene proposto qui di seguito entro il 2 giugno 2023 e partecipa al
censimento! https://forms.gle/Khm1cAtGwzkQS743A

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L’elenco delle case histories selezionate, localizzate nei Comuni partner e nella relativa
Provincia, verranno pubblicate sul sito del progetto In Cibo Civitas entro metà luglio 2023,
saranno promosse come best practices in tutti gli eventi di formazione e di divulgazione del
progetto e saranno inserite in una pubblicazione di Slow Food Editore.

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Le case histories che entreranno a far parte della pubblicazione saranno in numero
limitato e saranno selezionate da un comitato tecnico-scientifico composto dai
partner di progetto e dagli altri enti coinvolti nell’attività.

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Se hai bisogno di supporto, puoi contattarci al seguente indirizzo: incibocivitas.slowfood@gmail.com

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