Con le decisioni sui casi di infrazione adottate periodicamente, la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti degli Stati membri inadempienti agli obblighi previsti dal diritto dell’UE.
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Le decisioni qui esposte, relative a diversi settori e ambiti delle politiche dell’UE, mirano a garantire la corretta applicazione del diritto dell’UE a beneficio dei cittadini e delle imprese.
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Le decisioni principali adottate dalla Commissione sono illustrate di seguito, raggruppate per settore. La Commissione procede inoltre all’archiviazione di 133 casi in cui le divergenze con gli Stati membri interessati sono state risolte senza che fosse necessario proseguire oltre nella procedura.
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Per maggiori informazioni sulla procedura di infrazione dell’UE si rinvia al testo integrale delle domande frequenti. Per ulteriori dettagli sulla cronologia di un caso è possibile consultare il registro delle decisioni sui procedimenti di infrazione.
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Qui di seguito le lettere di costituzione in mora e deferimento alla Corte di giustizia per i settori che riguardano l’Italia
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8. Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali
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Lettere di costituzione in mora
La Commissione invita la GERMANIA, l’ITALIA e l’AUSTRIA a recepire correttamente la direttiva sulla distribuzione assicurativa
La Commissione ha deciso di avviare una procedura di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora alla Germania (INFR(2024)2222), all’Italia (INFR(2024)2221) e all’Austria (INFR(2024)2220) per il non corretto recepimento delle disposizioni della direttiva sulla distribuzione assicurativa (direttiva (UE) 2016/97).
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La direttiva sulla distribuzione assicurativa stabilisce requisiti minimi per la distribuzione dei prodotti assicurativi nel mercato unico al fine di garantire un livello elevato di professionalità, trasparenza e protezione dei consumatori. Le lettere di costituzione in mora riguardano disposizioni relative agli intermediari assicurativi controllati da soggetti di paesi terzi nel caso di Austria e Germania, disposizioni relative agli intermediari assicurativi a titolo accessorio che vendono prodotti assicurativi come aggiunta ai loro prodotti e servizi e disposizioni relative alla pubblicazione delle sanzioni nel caso della Germania e le norme sulle attività transfrontaliere degli intermediari assicurativi in regime di libera prestazione di servizi nel caso dell’Italia. La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera di costituzione in mora alla Germania, all’Italia e all’Austria, che dispongono ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione, trascorsi i quali, in assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
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10. Lavoro e diritti sociali
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Lettere di costituzione in mora
La Commissione invita l’ITALIA ad allineare al diritto dell’UE la propria legislazione relativa alle condizioni di lavoro dei magistrati onorari
Oggi la Commissione ha deciso di inviare un parere motivato supplementare all’Italia (INFR(2016)4081) per il mancato allineamento della propria legislazione applicabile ai magistrati onorari al diritto del lavoro dell’UE. Il parere motivato supplementare riguarda i magistrati onorari entrati in servizio dopo il 15 agosto 2017, in quanto l’Italia non ha fornito risposte sostanziali né adottato provvedimenti per rimediare alle questioni individuate dalla Commissione nel suo parere motivato del luglio 2023. La Commissione ritiene che la legislazione italiana continui a non essere conforme alla normativa dell’UE per quanto riguarda il lavoro a tempo determinato, il lavoro a tempo parziale e l’orario di lavoro (rispettivamente accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, accordo quadro allegato alla direttiva 97/81/CE e direttiva 2003/88/CE).
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Diverse categorie di magistrati onorari (giudici onorari di pace, vice procuratori onorari e giudici onorari di tribunale) non godono dello status di “lavoratore” in base al diritto nazionale italiano e sono considerati volontari che prestano servizio a titolo “onorario”. Ricevono un trattamento meno favorevole rispetto ai giudici togati ad essi comparabili per quanto riguarda varie condizioni di lavoro, quali le indennità per malattia, infortunio e gravidanza, il trattamento fiscale, le ferie annuali retribuite come pure le modalità e il livello di retribuzione.
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Non ricevono alcun risarcimento in caso di abuso. Inoltre non esiste alcun sistema di misurazione del loro orario di lavoro. La Commissione ha avviato la procedura di infrazione in questione a luglio 2021 inviando una lettera di costituzione in mora, seguita da una lettera complementare di costituzione in mora nel luglio 2022 e da un parere motivato nel luglio 2023. Nonostante le modifiche legislative previste al fine di garantire il rispetto del diritto dell’UE relativamente ai magistrati onorari in servizio al 15 agosto 2017, l’Italia non ha presentato piani finalizzati ad affrontare la problematica in questione per i giudici onorari assunti dopo tale data.
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La Commissione ha pertanto deciso di emettere un parere motivato nei confronti dell’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’UE.
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Deferimenti alla Corte di giustizia
La Commissione decide di deferire l’ITALIA alla Corte di giustizia dell’UE in quanto tale paese non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie
La Commissione ha deciso oggi di deferire l’Italia (INFR(2014)4231) alla Corte di giustizia dell’UE in quanto tale paese non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). La Commissione ritiene che l’Italia non disponga delle norme necessarie per vietare la discriminazione in relazione alle condizioni di lavoro e l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato.
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Secondo la Commissione, la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. Ciò costituisce una discriminazione rispetto ai docenti assunti a tempo indeterminato, che hanno invece diritto a tale progressione salariale.
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Inoltre, contrariamente al diritto dell’UE, l’Italia non ha adottato provvedimenti efficaci per prevenire l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato ai danni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche. Ciò configura una violazione del diritto dell’UE in materia di lavoro a tempo determinato.
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La Commissione ritiene che gli sforzi profusi finora dalle autorità siano stati insufficienti e ha pertanto deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE. Per ulteriori informazioni consultare il comunicato stampa.
Data di pubblicazione 3 ottobre 2024
Autore Rappresentanza in Italia