
La Commissione europea propone oggi di istituire un sistema europeo comune di rimpatrio, con procedure di rimpatrio più rapide, semplici ed efficaci in tutta l’UE.
Annunciato dalla Presidente von der Leyen negli orientamenti politici e sollecitato dal Consiglio europeo nell’ottobre 2024, il nuovo quadro giuridico sul rimpatrio è cruciale per completare il patto sulla migrazione e l’asilo adottato lo scorso anno, che definisce un approccio globale in materia di migrazione.
Poiché i tassi di rimpatrio nell’intera UE non superano attualmente il 20 % e la frammentazione dei diversi sistemi dà luogo ad abusi, è necessario un quadro giuridico moderno, più semplice ed efficace. Le nuove norme doteranno gli Stati membri degli strumenti necessari per rendere i rimpatri più efficienti, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.
Le nuove norme comuni comprendono:
- un sistema veramente europeo, costituito da un regolamento che introduce procedure comuni per l’emissione di decisioni di rimpatrio e un ordine europeo di rimpatrio emesso dagli Stati membri. Questo limiterà la frammentazione all’interno dell’Unione, che conta attualmente 27 sistemi diversi;
- il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio, che permetterà a uno Stato membro di riconoscere ed eseguire direttamente una decisione di rimpatrio emessa da un altro Stato membro senza dover avviare un nuovo processo. Entro il 1º luglio 2027, un anno dopo l’entrata in vigore del patto sulla migrazione e l’asilo, la Commissione verificherà se gli Stati membri avranno stabilito modalità adeguate per trattare efficacemente gli ordini europei di rimpatrio e adotterà una decisione di esecuzione che renderà obbligatorio il riconoscimento e l’esecuzione della decisione di rimpatrio emessa da un altro Stato membro;
- norme chiare sul rimpatrio forzato e incentivi al rimpatrio volontario: sarà obbligatorio ricorrere al rimpatrio forzato quando una persona il cui soggiorno nell’UE è irregolare non coopera, fugge in un altro Stato membro, non lascia il territorio dell’Unione entro il termine stabilito per la partenza volontaria o costituisce un rischio per la sicurezza. In questo modo sarà incentivato il rimpatrio volontario entro il termine stabilito per la partenza dall’UE;
- obblighi più rigorosi per i rimpatriandi, bilanciati da chiare garanzie: obblighi espliciti di cooperazione con le autorità nazionali durante l’intera procedura di rimpatrio, accompagnati da conseguenze chiaramente definite in caso di mancata cooperazione, come la riduzione o il rifiuto di sussidi o il sequestro dei documenti di viaggio. Allo stesso tempo saranno rafforzati gli incentivi alla cooperazione, compreso il sostegno al rimpatrio volontario;
- solide garanzie durante l’intero processo di rimpatrio: tutte le misure relative al rimpatrio devono essere attuate nel pieno rispetto delle norme fondamentali e internazionali in materia di diritti umani. Questo rispetto sarà assicurato da procedure chiare quali il diritto di ricorso, il sostegno alle persone vulnerabili, solide garanzie per i minori e le famiglie e il rispetto del principio di non respingimento;
- norme più rigorose per limitare gli abusi e gestire il rischio di fuga: gli Stati membri potranno contare su norme rafforzate per localizzare i rimpatriandi, potranno richiedere una garanzia finanziaria e imporre alle persone di presentarsi regolarmente o di soggiornare in un luogo designato dalle autorità nazionali. Le nuove regole stabiliscono condizioni chiare per il trattenimento in caso di rischio di fuga, nonché alternative al trattenimento. Il trattenimento, attualmente limitato a 18 mesi, potrà durare fino a 24 mesi. Inoltre l’effetto sospensivo dei ricorsi avverso le decisioni di rimpatrio non sarà più automatico, tranne in caso di problemi connessi al principio di non respingimento;
- norme specifiche per le persone che costituiscono un rischio per la sicurezza: gli Stati membri dovranno verificare tempestivamente se una persona costituisca un rischio per la sicurezza. Una volta identificata, la persona in questione sarà soggetta a norme rigorose, tra cui l’obbligo di rimpatrio forzato, divieti d’ingresso più lunghi e motivi di trattenimento specifici. Il trattenimento potrà essere prorogato oltre i normali 24 mesi su ordine di un giudice;
- la riammissione come parte integrante del processo di rimpatrio: per colmare il divario tra una decisione di rimpatrio e il rimpatrio effettivo in un paese terzo, le nuove norme stabiliscono una procedura comune tesa a garantire che la decisione di rimpatrio sia sistematicamente seguita da una richiesta di riammissione. Permettono inoltre di trasferire dati a paesi terzi ai fini della riammissione;
- centri di rimpatrio: gli Stati membri hanno chiesto soluzioni innovative per la gestione della migrazione. La proposta introduce la possibilità giuridica di rimpatriare in un paese terzo, sulla base di un accordo o di un’intesa conclusi a livello bilaterale o dell’Unione, persone il cui soggiorno nell’UE è irregolare che sono destinatarie di una decisione definitiva di rimpatrio. Tale accordo o intesa può essere concluso con un paese terzo che rispetti le norme e i principi internazionali in materia di diritti umani conformemente al diritto internazionale, compreso il principio di non respingimento. Saranno escluse le famiglie con minori e i minori non accompagnati, e l’attuazione degli accordi o delle intese sarà soggetta a monitoraggio.
Prossime tappe
Spetta ora al Parlamento europeo e al Consiglio approvare la proposta. La Commissione sosterrà i colegislatori nello svolgimento dei negoziati su questo progetto di regolamento, e un documento di lavoro dei servizi della Commissione illustrerà in dettaglio gli elementi di prova su cui si basa la proposta.
Contesto
Nel quadro del patto sulla migrazione e l’asilo, che entrerà in vigore a metà del 2026, le domande di asilo saranno trattate in modo più rapido ed efficiente. Affinché ciò sia sostenibile, è necessario che i rimpatri siano effettuati rapidamente. Colmare questa lacuna è lo scopo della proposta presentata.
Il regolamento proposto oggi abroga l’attuale direttiva rimpatri, pubblicata nel 2008. Sarà inoltre abrogata la proposta di rifusione della direttiva rimpatri presentata dalla Commissione nel 2018, come annunciato nel programma di lavoro della Commissione per il 2025.
Per ulteriori informazioni
- Proposta che istituisce un sistema europeo comune di rimpatrio
- Nota informativa
- Scheda informativa – Un approccio globale alla migrazione
- Scheda informativa – Un nuovo sistema europeo comune di rimpatrio
- Commissione europea – Migrazione e affari interni
- Le ultime statistiche sui rimpatri (eurostat)
Citazioni
Oggi appena il 20 % circa dei destinatari di una decisione di rimpatrio lascia l’Europa: una percentuale davvero troppo bassa. È per questo che introdurremo norme comuni sulle decisioni di rimpatrio, con un ordine europeo di rimpatrio, e il riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio da parte degli Stati membri. Rispetteremo sempre pienamente i diritti fondamentali e il diritto internazionale, ma coloro che non hanno il diritto di soggiornare nell’Unione devono essere allontanati rapidamente e occorre stabilire conseguenze chiare per coloro che non cooperano.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea
Il rimpatrio è un pilastro fondamentale del patto sulla migrazione e l’asilo: senza una politica di rimpatrio credibile ed efficace, non possiamo avere un sistema di migrazione completo e affidabile. Con la nuova proposta intendiamo creare un sistema comune dell’UE per i rimpatri, che garantisca norme coerenti in tutti gli Stati membri. Dobbiamo adottare un metodo fermo e deciso, pur rimanendo fedeli ai valori europei dell’equità e dei diritti fondamentali.
Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia
La Commissione propone una serie di procedure di rimpatrio efficaci e moderne: regole fondamentali per salvaguardare lo spazio di libera circolazione dell’UE senza frontiere interne. Con il nuovo sistema europeo di rimpatrio faremo sì che coloro che non hanno il diritto di soggiornare nell’UE siano effettivamente rimpatriati. Questo rafforzerà notevolmente la fiducia nel nostro sistema europeo comune di asilo e migrazione.
Magnus Brunner, Commissario per gli Affari interni e la migrazione
Data di pubblicazione 11 marzo 2025
Autore Rappresentanza in Italia